<

Usare i romanzi per insegnare etica

Usare i romanzi per insegnare etica

Sin dagli - ormai lontani – tempi della mia tesi di laurea [1] sentivo la necessità di basare le riflessioni filosofiche non già su esempi creati a tavolino ma osservando ciò che accade nel mondo. Seguendo il suggerimento di Wittgenstein : “Come ho detto: non pensare, osserva!” [2]
La medesima riflessione mi è venuta nel progettare dei seminari di formazione sull’etica: come è possibile riflettere in profondità su un dilemma etico a partire da una breve esposizione del ‘caso’ estraniato dal contesto e dalla storia che ha portato la protagonista o il protagonista a prendere tale decisione? Come è possibile ‘osservare’ e non ‘pensare’ un dilemma etico? Come ‘osservare’ le vite dei diversi protagonisti fino a giungere al punto in cui si trovano di fronte al dilemma?
Ad illuminarmi su quella che avrebbe potuto essere una soluzione al mio dilemma fu la lettura di una osservazione che MacIntyre fa i
n Etica e conflitti della modernità: "un test per verificare se un particolare corso accademico di etica è o non è insegnato in modo moralmente serio è se ai suoi studenti viene insegnato che la lettura attenta di certi romanzi è indispensabile per apprendere ciò che è necessario per il loro futuro". [3]
In effetti quando cerchiamo di capire noi stessi e gli altri, di capire quali valori stiamo o dovremmo perseguire, dobbiamo comprendere le nostre azioni e quelle degli altri nel contesto di un qualche tipo di storia all’interno della quale quelle azioni hanno senso.
Ad esempio: è più proficuo chiedersi quale valore morale debba prevalere in un conflitto tra due doveri, in senso kantiano, egualmente importanti partendo da un esempio costruito a tavolino o seguendo le vicende dei gemelli Pedro e Pablo Vicario, protagonisti di
Cronaca di una morte annunciata di Gabriel García Márquez? Conoscendo il contesto, i rapporti sociali, i fatti precedenti che portano al loro dilemma tra ciò che pensano sia il loro dovere e la compassione, possiamo ragionare in profondità sulle scelte etiche che ci troviamo a compiere.
D’altra parte, come sostiene Thomas Scanlon in
What we owe to each other [4], la moralità è pervasiva della vita umana, nel senso che possiamo dare una motivazione morale alle nostre scelte perché siamo immersi in una realtà morale nella quale tale scelta è giustificabile. Tale ‘realtà morale’, sebbene creata dall’autore, è identificabile in un romanzo mentre è lasciata al background di ciascun singolo studente nel caso di un esempio creato a tavolino. Perciò la giustificazione di una scelta nel caso dell’esempio costruito sarà principalmente determinata dalla realtà morale di ciascuno, mentre analizzando la scelta compiuta dal personaggio di un romanzo avremo una realtà morale per così dire comune, quella creata dall’autore. A tutto vantaggio della riflessione e del confronto.
La lettura approfondita di un romanzo ci invita a chiederci in quale tipo di ‘realtà’ siamo inseriti e a fare profonde riflessioni al riguardo: un romanzo potrebbe invitare gli studenti a confrontare il proprio stile di vita con quello di un personaggio in una situazione sociale e storica molto diversa. Un altro potrebbe presentare la sfida di vedere scritte nero su bianco le implicazioni pericolose di un certo tipo di giudizio valutativo a cui si è inclini o che è addirittura incoraggiato nella cultura in cui si vive o nelle istituzioni in cui si lavora. Ogni lettura presenterà la sfida di dover capire quali sono abitudini di comportamento, quelle che Aristotele chiamerebbe virtù, che permettono ai personaggi di capire e rispondere bene ai problemi della loro situazione, e come il lettore stesso potrebbe coltivare questi stesse virtù.
Riassumendo: la lettura approfondita di un romanzo è probabilmente il più potente strumento a disposizione di chi vuole tenere corsi di etica.
Quali dovrebbero essere le caratteristiche di un buon racconto da utilizzare nell’insegnamento?
Un buon romanzo in questo senso dovrebbe descrivere sia com'è una società e sia come gli individui compiono scelte morali al suo interno. Il già citato racconto
Cronaca di una morte annunciata è un buon esempio. Può anche implicitamente lodare o condannare certi tipi di strutture sociali, incoraggiare certi tipi di risposte ma non sono adatti romanzi dallo smaccato intendimento pedagogico, come ad esempio Cuore di De Amicis, così univoco ed esplicito nel voler ispirare determinate ‘virtù civili’ come l'amore per la patria, il rispetto per l'autorità e per i genitori, lo spirito di sacrificio, l'eroismo. Al contrario, il dilemma proposto in un romanzo è particolarmente utile per favorire la discussione etica se non c'è una ‘risposta giusta’. Domande più aperte portano a migliori opportunità per migliorare le proprie capacità di ragionamento, argomentazione e ascolto degli altri. Particolarmente utile è se la decisione che il protagonista deve affrontare è realistica. Per cui gli allievi potrebbero pensare: "Potrebbe succedere a me", in tal modo le loro stesse vite entreranno, per così dire, nella storia.
Un’ultima osservazione relativamente ai corsi che riguardano campi specifici quali la
business ethics o l’etica in campo medico: non è necessario che si utilizzino romanzi sugli affari o sulla medicina e così via. Ciò che è importante è trovare una storia che drammatizzi le sfide morali più generali che una persona che lavora nel mondo degli affari o della medicina dovrà affrontare (ad esempio, conflitti tra gli interessi di diversi stakeholders o rispetto delle leggi contro benessere dell’individuo e così via).
Quanto detto finora per i romanzi vale anche per i film e le serie televisive, anche se spesso la parola scritta può permettersi il lusso di descrivere meglio e più a lungo sia il contesto sociale che la psicologia dei personaggi coinvolti nella storia.

1 STEFANO SCOLARI, Atti linguistici e teoria dell’azione, Padova 1981, https://www.academia.edu/39734825
2 LUDWIG WITTGENSTEIN, Ricerche filosofiche, par. 66
3 ALASDAIR MACINTYRE, Ethics in the Conflicts of Modernity: An Essay on Desire, Practical Reasoning, and Narrative,
Cambridge University Press, Cambridge 2016, p. 219.
4 THOMAS SCANLON, What we owe to each other, Harvard University press, Cambridge Mass. 1998